martedì 2 settembre 2014

“The meaning of life is to find your gift. The purpose is to give it away”

Un giorno, per caso, ho letto questa frase e da quel momento ho deciso di partire come volontaria in Togo per donare il mio aiuto a chi ne ha bisogno. Grazie all’Associazione Oltre i Confini sono giunta a Koveto.
Koveto è un villaggio abbandonato a sé stesso, dove si vive per sopravvivere, dove ogni mattina alle 6 si fa la fila al pozzo per raccogliere l’acqua, dove i bambini amano andare a scuola, dove alle 18 è già buio, dove per tutta la notte non si smette di suonare lo djambè.
Koveto è l’Africa, è la mancanza di cognizione del tempo, è il sentirsi liberi e sereni, è il distacco dalla nostra realtà, è il perdersi nel guardare le stelle in un cielo che sembra crollarti addosso.
I bambini, con i loro piedini scalzi sulla terra rossa, si recano all’ècole per giocare ogni pomeriggio con i volontari. Sono i bambini più felici che io abbia mai visto, amano correre, disegnare e cantare.
Ci sono Antoinette e Jacob che vivono solamente con la nonna e l’aiutano in tutte le faccende domestiche; c’è Adebayor che ha una malformazione al piede, non può correre, ma ama cantare ed insegnare le canzoncine ai più piccoli ; c’è Messa che con i suoi occhioni tristi sogna di trasferirsi nella capitale per studiare; poi c’è Bernard.
Bernard è un bambino di 5 anni, zoppo, con una fistola perennemente sanguinante sulla fronte, parla poco ed emette solo versi incomprensibili. Arriva sempre per ultimo nel cortile per l’animazione con la sua maglietta bianca macchiata di terra e sangue. Cerca continuamente abbracci e avere una matita tra le mani lo fa gioire, ma è il tuo cuore che in realtà gioisce maggiormente nel vedere il suo sorriso.
È così, l’Africa è allegria e dolore allo stesso tempo, è felicità e speranza.
Alla fine di questa esperienza mi sono resa conto che loro hanno aiutato me.
Quando senti i bambini urlare il tuo nome e chiamarti “Mamma Togo”, quando il tuo cuore inizia a battere al ritmo degli djambè, allora capisci di essere stata nel posto giusto porterai sempre con te. Akpè Kakà!

Angela


venerdì 22 agosto 2014

Semplicemente GRAZIE.

Senza neanche rendermene conto, sono arrivata all'ultimo giorno di campo.Difficile tradurre in parole quello che provo in questo momento, ma sopratutto quello che mi sta dando questa esperienza.Trattengo le lacrime pensando a questa quotidianità che non fara' più parte delle mie giornate...ma sorrido pensando ma soprattutto sentendo che rimarrà sempre nel mio cuore. Sono veramente soddisfatta di come si sia sviluppato il progetto di questo corso di foto e pittura Senegal 2014. Io sono certa di aver impiegato ogni briciola di energia per poter trasmettere nozioni ed emozioni a questi bambini così attenti, desiderosi di imparare e scoprire cose nuove...cosi meravigliosi, e anche se solo uno di loro, un domani quando sarà grande, guardando una foto in una vetrina di un negozio, su un muro, su un giornale, si ricorderà di una volontaria di nome Francesca che una mattina si è svegliata e ha deciso di iniziare questa avventura, di venire in Senegal,di conoscere dei bambini che avevano voglia di capire cosa fosse una macchina fotografica,se si ricorderà dei miei rimproveri ma anche dei miei "bravo' " dei miei sorrisi e abbracci, se solo uno di loro si ricorderà di me e di quello che gli ho trasmesso quando un giorno scatterà una foto,allora io sarò felice di aver dato un senso alla mia vita anche in Africa con un pezzettino di me stessa. Francesca (Ben).

il feu du camp è linfa vitale

Non so da dove iniziare a raccontare il turbine di sentimenti, suoni, colori, volti, immagini che continuano a susseguirsi davanti ai miei occhi e dentro la mia testa dopo l'emozionante feu du camp. Il primo senso che riesco a isolare è l'olfatto: una vampata di profumi di legna bruciata, incensi delicati e spezie mi ha travolta mentre mi avvicinavo a piedi alla scuola e ancora posso sentirlo. Ho sentito il sangue scorrere veloce nelle vene, sono entrata in contatto con la parte di me più vicina a madre terra e, soprattutto, mi son sentita Viva. Il fuoco, il protagonista della serata, ha scaldato tutti noi fino a farci accendere, per poi scioglierci nelle danze e nei canti, al vibrante ritmo di djembé che ha il potere di risintonizzare il ritmo del mio cuore. Gli sguardi, fissi e indimenticabili dei bambini, cercavano di incrociare i nostri e, con tutto il loro orgoglio, ci catturavano, ci attiravano a sè, ci presentavano i membri della loro famiglia e ci legavano per sempre. Mi sento il cuore avvolto da mille lazi che stringono un po' di più ora dopo ora e la malinconia sale. I sorrisi immensi e mai risparmiati da parte dei piccini, dei loro genitori, degli insegnanti, dei musicisti e dei volontari erano un simbolo quasi riduttivo della felicità allo stato puro che tutti noi stavamo conoscendo. Io, per prima, ho dato tutto e anche di più, senza mai mollare il fuoco e senza mai staccarmi dal gruppo che mi stava portando a conoscere il vero senso delle cose, quaggiù in Senegal. Completezza è il termine che associo alle danze attorno al fuoco: è così che mi son sentita, è con la celebrazione del campo da parte di tutto il villaggio che ho visto chiudersi il cerchio aperto un paio di settimane fa. Tutto si è incastrato perfettamente e ogni cosa ha trovato il suo posto, ogni bambino ilproprio insegnante, non per forza di classe. L'evento unico di ieri è energia allo stato puro, una scalata di buoni sentimenti ben miscelati alla propulsione vulcanica che c'è in ognuno di noi; prendere mille mani e poi lasciarle, accogliere timidi sguardi nei tuoi occhi e voler comunicare tutta la vivacità che hai dentro; ballare coi piccini e coi grandi e donare tutte le attenzioni possibili.
Giunti all'apice è iniziata la tanto temuta discesa... essere guidata verso lo spegni mento del falò per mezzo di una lenta, composta e ritmicamente decrescente danza funerea a cui si sono stretti anche i più piccini, mi ha toccato così tanto da rendermi fragile, sfiorata dalla tristezza vera, tanto da trattenere a stento le lacrime. Mi son vissuta tutto come se fossi pagine di un libro da scrivere su cui tutti i presenti erano invitati a lasciare il segno e nessuno si è tirato indietro. Ho registrato occhi profondi e sorrisi, pelli di ebano e mani forti e farò in modo che tutto questo non mi lasci mai più e rimanga vivo dentro di me per lungo, lunghissimo tempo.
Tremo. Tremo dentro come una foglia. Tremo contemporaneamente di vibrazioni positive e di malinconia. Tremo di Africa.
Avrei voluto che il feu du camp non finisse mai, così come vorrei che la giornata di oggi non finisse mai e come una spugna mi ributto nelle energiche, calde acque.
Ringrazio tutti senza far nomi x non dimenticare nessuno,grazie a Oltreiconfini e alla scuola Fabrizio et Cyril. Inshalla

giovedì 21 agosto 2014

Au revoir Togo!

"Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone" J. Steinbeck

Questa frase casca a pennello con il nostro viaggio! Di viaggi ne abbiamo fatti molti, ma questo è stato davvero speciale, perché ci ha aperto nuovi orizzonti, ci ha arricchito molto e ci ha messo in gioco! 

E' passata ormai una settimana e mezza dal nostro rientro in Italia e ora posso confermare che il famoso "mal d'Africa", di cui molti mi avevano parlato, esiste. L'Africa nera ha un non so che di affascinante, è un luogo vivace, colorato, chiassoso e senza orologio, in cui il tempo è scandito dal ritmo straordinariamente coinvolgente del djembe, accompagnato da canti, balli e voci dei bimbi a qualsiasi ora della giornata. Un mondo instancabile che vale la pena conoscere.
La nostra esperienza in Togo è stata breve ma intensa...intensa di emozioni, scambi culturali, divertimento, avventure e anche tanta fatica e tanto impegno. 
Siamo partiti carichi di entusiasmo, curiosità e incertezza verso ciò che ci attendeva e siamo tornati più entusiasti di prima e avidi di scoprire ancora molto di quel mondo totalmente diverso dal nostro. Nonostante questa diversità, sin dal primo giorno "la maison" di Lomé e in seguito le casette cupe e grigie di Kovéto, infestate da ogni tipo di insetto, sono diventate casa nostra. Non c'è stato neanche bisogno di adattarsi, tutto è venuto da sé, grazie alla compagnia di persone favolose, alla grande ospitalità dei togolesi e all'armonia che si è creata fin da subito all'interno del gruppo (togolesi e italiani) in missione.

Un saluto a tutti i compagni di avventura che ancora sono laggiù, il nostro cuore è lì con voi! Continuate con lo stesso spirito nella costruzione della scuola e con altrettanta energia nell'animazione, perché con quei bambini ce ne vuole molta!

A presto!
(Magari un giorno o l'altro ci rivedremo Togo!)

Martina e Tommaso 

                                          Animazione 

                                          Il gruppo della 1° settimana alle prese con la costruzione

                                          Les italiens in gita alla casa degli schiavi

martedì 19 agosto 2014

Al di la dei tuoi occhi...

Seconda settimana di campo lavoro...stanchissimi tutti.L'energia che mi tiene in piedi credo derivi dalla perfetta consapevolezza di voler vivere fino in fondo questa straordinaria esperienza che mi sta facendo riflettere sulle relazioni, mi sta facendo conoscere meglio me stessa,mi sta illuminando. In una frazione di secondo percepisci di non essere più quella di prima...e che tutto quello che ti circonda è molto più grande di quello che i tuoi occhi riescono a vedere...e nonostante maledica a volte il caldo che non ti fa dormire, i ritmi assurdi, le lunghe attese, le piccole incomprensioni, capisci che anche questo è Africa, e già sai che nel momento preciso che questo viaggio diventerà un ricordo,anche se non sarai più la stessa donna di prima e il tuo cuore sarà più grande...tutto questo ti mancherà terribilmente. Francesca (Ben)

lunedì 18 agosto 2014

si ritorna a scuola! yeppa!!

In questo lungo fine settimana di ferragosto ne abbiamo approfittato per visitare Dakar, l'isola di Gorée e Joal Fadiouth, insomma per visitare qualche spaccato di Senegal e rafforzare il gruppo di lavoro volontari italiani e senegalesi.
Personalmente ho potuto riflettere parecchio e ascoltarmi un po' di più dopo la frenesia dei primi giorni e  sapete una cosa? Mi sono mancati un sacco i bambini e le lezioni a scuola e i canti a fine mattinata e Bene Baraque.
Non che non si sia cantato, ballato, non ci si sia tenuti per mano o non si abbia salutato con apertura senegalese nuovi amici incontrati strada facendo, ma ho sentito la mancanza degli stessi visi, degli stessi sorrisi, di mani conosciute, di baci spontanei lanciati dai banchi o da timide piccole pesti nei corridoi.
Non vedevo l'ora che si ricominciasse!

Fede

mercoledì 13 agosto 2014

Casa...Ben Baraque.

L"odore di terra che si mischia con il profumo di spezie e pietanze, Africa. L'Africa che certe volte ti disarma, ti ferisce ma contemporaneamente ti rapisce e non puoi fare a meno di tornarci. Sono partita come volontaria per andare in una scuola di Ben Baraque, nella periferia molto povera di Dakar. Insieme ad un'altra volontaria, Federica, stiamo tenendo un corso di foto e pittura. È incredibile come questi bambini manifestino entusiasmo e creatività dcisamente al di la delle tue aspettative. Mi trasmettono forza, quella forza che ti serve per andare avanti anche quando sei sfinita, che ti fa mettere in gioco e ti fa sfidare a fare sempre meglio, per loro, per te, perché quello che provi è una gioia immensa e non puoi fare a meno tu di ringraziare loro, e senti che non potresti essere in nessun altro posto in questo momento, se non dove sei.Francesca ( Ben).