venerdì 22 agosto 2014

il feu du camp è linfa vitale

Non so da dove iniziare a raccontare il turbine di sentimenti, suoni, colori, volti, immagini che continuano a susseguirsi davanti ai miei occhi e dentro la mia testa dopo l'emozionante feu du camp. Il primo senso che riesco a isolare è l'olfatto: una vampata di profumi di legna bruciata, incensi delicati e spezie mi ha travolta mentre mi avvicinavo a piedi alla scuola e ancora posso sentirlo. Ho sentito il sangue scorrere veloce nelle vene, sono entrata in contatto con la parte di me più vicina a madre terra e, soprattutto, mi son sentita Viva. Il fuoco, il protagonista della serata, ha scaldato tutti noi fino a farci accendere, per poi scioglierci nelle danze e nei canti, al vibrante ritmo di djembé che ha il potere di risintonizzare il ritmo del mio cuore. Gli sguardi, fissi e indimenticabili dei bambini, cercavano di incrociare i nostri e, con tutto il loro orgoglio, ci catturavano, ci attiravano a sè, ci presentavano i membri della loro famiglia e ci legavano per sempre. Mi sento il cuore avvolto da mille lazi che stringono un po' di più ora dopo ora e la malinconia sale. I sorrisi immensi e mai risparmiati da parte dei piccini, dei loro genitori, degli insegnanti, dei musicisti e dei volontari erano un simbolo quasi riduttivo della felicità allo stato puro che tutti noi stavamo conoscendo. Io, per prima, ho dato tutto e anche di più, senza mai mollare il fuoco e senza mai staccarmi dal gruppo che mi stava portando a conoscere il vero senso delle cose, quaggiù in Senegal. Completezza è il termine che associo alle danze attorno al fuoco: è così che mi son sentita, è con la celebrazione del campo da parte di tutto il villaggio che ho visto chiudersi il cerchio aperto un paio di settimane fa. Tutto si è incastrato perfettamente e ogni cosa ha trovato il suo posto, ogni bambino ilproprio insegnante, non per forza di classe. L'evento unico di ieri è energia allo stato puro, una scalata di buoni sentimenti ben miscelati alla propulsione vulcanica che c'è in ognuno di noi; prendere mille mani e poi lasciarle, accogliere timidi sguardi nei tuoi occhi e voler comunicare tutta la vivacità che hai dentro; ballare coi piccini e coi grandi e donare tutte le attenzioni possibili.
Giunti all'apice è iniziata la tanto temuta discesa... essere guidata verso lo spegni mento del falò per mezzo di una lenta, composta e ritmicamente decrescente danza funerea a cui si sono stretti anche i più piccini, mi ha toccato così tanto da rendermi fragile, sfiorata dalla tristezza vera, tanto da trattenere a stento le lacrime. Mi son vissuta tutto come se fossi pagine di un libro da scrivere su cui tutti i presenti erano invitati a lasciare il segno e nessuno si è tirato indietro. Ho registrato occhi profondi e sorrisi, pelli di ebano e mani forti e farò in modo che tutto questo non mi lasci mai più e rimanga vivo dentro di me per lungo, lunghissimo tempo.
Tremo. Tremo dentro come una foglia. Tremo contemporaneamente di vibrazioni positive e di malinconia. Tremo di Africa.
Avrei voluto che il feu du camp non finisse mai, così come vorrei che la giornata di oggi non finisse mai e come una spugna mi ributto nelle energiche, calde acque.
Ringrazio tutti senza far nomi x non dimenticare nessuno,grazie a Oltreiconfini e alla scuola Fabrizio et Cyril. Inshalla

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